In ricordo di Mons. Alberti

Settembre 2012
 

Non è facile fare una cernita dei ricordi legati a mons. Alberti e sceglierne uno, quando la frequentazione è stata quotidiana per i cinque anni che ha voluto che fossi suo segretario!
Dal 1998 al 2003 le mie giornate sono state scandite da orari spesso uguali, fatti di condivisione di tanti momenti che costituiscono la vita di un Vescovo. Già, ma cosa fa’ un Vescovo, come trascorre le sue giornate? E’ un po’ come il capo famiglia, certo, ma di una famiglia molto numerosa, quanti sono i fedeli, le parrocchie, i sacerdoti della diocesi di Cagliari: circa 560 mila abitanti, 133 parrocchie, circa 250 sacerdoti. Gli appuntamenti ordinari di mons. Alberti riguardavano gli incontri con i responsabili della Curia, per la gestione della grande macchina organizzativa della Diocesi (aspetti pastorali, amministrativi), ma anche con i sacerdoti che venivano a dialogare con lui o a sottoporre al suo vaglio iniziative legate alle proprie parrocchie.
Non mancavano le udienze riservate ai laici, fossero essi provenienti dalle parrocchie, autorità civili e militari, politici, persone con responsabilità sindacali. Ricordo che accolsi e feci accomodare nella sala delle udienze anche persone come il Principe  Alberto  di  Monaco, o il Principe Carlo di Borbone, che trovandosi a Cagliari sono venuti per salutare l’Arcivescovo. Beh, riconosco che non fu’ poca la mia emozione in casi come questi! Ma, sia che si trattasse di un Principe o di un fedele “qualunque”, l’attenzione e l’accoglienza che mons. Alberti riservava agli ospiti era di grande cortesia. Ma c’è un appuntamento annuale che ricordo con particolare affetto. Il 19 marzo di ogni anno, in occasione della solennità di S. Giuseppe e della festa del papà, erano soliti giungere in episcopio in mattinata, per poi fermarsi per il pranzo, alcuni sacerdoti di un’altra Diocesi, che erano stati alunni di mons. Alberti quando, prima di diventare Arcivescovo di Spoleto e Norcia, era stato Rettore del Seminario Regionale, che da Cuglieri era stato trasferito a Cagliari.Conclusi gli appuntamenti di udienze o incontri della mattina, l’Arcivescovo convocava a tavola per il pranzo i sacerdoti ospiti, ed era un divertimento unico assistere alla miriade di scherzi, battute, rievocazioni legate a quella esperienza fatta all’inizio degli anni ’70.  Era un momento di serenità e di distensione nell’arco di una giornata magari impegnativa, e il Vescovo non si faceva certo pregare per stuzzicare e provocare i suoi ospiti. Il tutto era “condito” con l’appellativo   “padre”,   usato   costantemente dai sacerdoti ospiti che si rivolgevano al Vescovo. E lui rispondeva ricordando che non c’era da meravigliarsi perché quel giorno era la festa del papà, e quindi anche la sua….
Il caso ha voluto che il 10 luglio, quando ho rivisto per l’ultima volta mons. Alberti nel letto di sofferenza a Nuoro, pochi giorni prima della sua morte, mentre trascorrevo  qualche  minuto  davanti  al “padre del mio sacerdozio”, sono arrivati due di questi sacerdoti, che desideravano vedere ancora una  volta  il  loro  “ex Rettore”,  e anche in situazione di grande precarietà di salute per il Vescovo lo hanno  fatto  sorridere  ricordando con lui le feste del papà trascorse insieme. Mons. Alberti ha gradito, e più intensamente di altre volte passate ci ha dato la benedizione del padre ai suoi figli.

Don Paolo