A proposito di beati

Settembre 2016

Da sempre quando sento parlare di santi, beati, martiri, il mio primo pensiero va lontano nel tempo. Da bambina sentivo parlare in famiglia di Cecilia. Preghiere, intercessioni, immaginette, espressioni di richiesta di aiuto con frasi del tipo “Cecilia pensaci tu” oppure “Cecilia aiutaci tu “. Noi l’abbiamo considerata sempre una nostra parente, anche se in realtà era la zia dei nostri cugini per via di mia nonna paterna Domenica Mariani. Con noi non c’era alcuna parentela, ma essendo molto legati tra cugini, per la proprietà transitiva la consideravamo tale. Cecilia Eusepi nasceva il 17 febbraio 1910 a Monte Romano (VT) dove visse gli anni della prima infanzia. Alla morte del padre si trasferì a Nepi (30 Km da Roma ) presso l’azienda agricola “La Massa” di proprietà dei duchi Grazioli Lante della Rovere, dove lo zio materno era fattore. Qui frequentò la scuola presso le Suore Mantellate dei Servi di Maria e appena adolescente entrò come probanda nella congregazione. Dopo aver preso i voti fu mandata a Quarrata e a Zara ad insegnare ai ragazzi. Colpita da tubercolosi intestinale morì tra atroci sofferenze il 1° ottobre del 1928 a soli  18 anni. La sua causa di beatificazione fu avviata nel 1939 da Mons Luigi Maria Olivares, sale siano, vescovo di Nepi dal 1916 che conobbe Cecilia. Anche per Mons Olivares c’è in corso la causa di beatificazione. Il 1° ottobre 1987, dopo accertamento di miracoli, papa Giovanni Paolo II la dichiarò venerabile. Negli ultimi anni ’50, primi anni ‘60 nelle domeniche estive, capitava di fare delle passeggiate con la mia famiglia, con la mitica 600 bianca, e andare a trovare “Peppa” unica cugina di Cecilia insieme al fratello Zio Vittorio, rimasta in vita, che abitava nella casa natale di Cecilia lungo la strada principale che attraversa Monte Romano. Diventava pure tappa obbligata quando andavamo o tornavamo da Civitavecchia diretti all’imbarco per andare al mare in Sardegna; o quando nel mese di agosto andavamo a prendere o ad accompagnare alla nave mio zio e miei cugini che abitavano in Sardegna. In questa casa gli adulti conversavano, ma tutto ciò che dicevano, specialmente agli occhi di noi bambini, era immerso in un clima di sacralità dove aleggiava sempre uno spirito di devozione-protezione. Certo per un bambino, ma forse anche per un adulto, è difficile comprendere come possa una ragazzina, pur d’altri tempi, seguace del cammino di S. Teresa di Lisieux che considerava sorella spirituale e di S. Gemma Galgani , amare Dio totalmente, senza misura, al punto da annullarsi, dedicarsi completamente a lui nella vita consacrata ma soprattutto nella grande sofferenza. Forse è più facile capire i martiri perché loro si trovano costretti da una determinata situazione che  li spinge a fare una scelta. Il 17 giugno scorso è stato il 4° anniversario della beatificazione alla quale ho partecipato con l’orgoglio di “quasi parente”, ma anche in memoria e rappresentanza dei miei genitori che l’hanno tanto amata e che non hanno potuto godere di questa grande gioia. In questi giorni, a causa di una convalescenza forzata, ho ripreso in mano i suoi diari “Storia di un pagliaccio”  e ho cercato di addentrarmi nelle motivazioni teologiche (relativamente ai suoi scritti) che i censori nella causa di beatificazione hanno addotto e dimostrato: “ la purificazione dalla tendenza al peccato mediante la sempre maggior reazione dell’Amore divino avviene attraverso la purificazione o notte dei sensi e dello spirito”. Ammetto che è molto difficile comprendere, discernere, condividere, ma forse è proprio questo che differenza queste persone elette dai comuni mortali ! Mi piace ricordare delle sue frasi, in particolare una che ho impressa in un braccialetto che porto quando sento il bisogno di protezione : “la mia passione è cantare l’Amore”.  Il papa Benedetto XVI ha indicato come data  del calendario per la sua celebrazione il 17 settembre. Il suo corpo intatto riposa a Nepi, nella chiesa di S. Tolomeo, nella cappella della ”Madonna delle 7 spade”. E, suo malgrado, assiste e presenzia continuamente alle riprese di tantissime fiction televisive e film che in quella chiesa vengono girati.

 

Carla Tocco