La parola del parroco

Luglio 2020

Carissima comunità,

finalmente abbiamo la possibilità di far uscire questo numero del giornalino parrocchiale. Credo sia la prima volta, da quando questo strumento di comunicazione è nato, che la produzione mensile si sia interrotta per così lungo tempo. Nonostante questi mesi siano stati molto difficili, ci è sembrato opportuno lasciare traccia di ciò che abbiamo vissuto insieme. Abbiamo affrontato una pandemia che ci ha obbligati a rimanere in casa e ha messo in discussione tante nostre solite abitudini. Un momento storico che nessuno di noi aveva mai vissuto con tali caratteristiche. Abbiamo avuto tanta paura per noi, per gli altri, per quelle zone più colpite dal virus, per il lavoro e per tanti settori che sono stati compromessi. Ma in tutto questo la nostra comunità è andata avanti: tutto ha chiuso, ma il nostro essere comunità non ha smesso di esistere! Tutto questo perché Cristo non conosce barriere, limitazioni, chiusure e paure… anzi, abbiamo cercato in tutti i modi di spalancare le porte del nostro cuore alla sua presenza, in modo nuovo! La foto che abbiamo scelto per la copertina di questo numero diventa simbolo di come la nostre fede non si sia fermata! La chiesa si è svuotata per mesi, nessuno poteva più partecipare alle celebrazioni; una Pasqua vissuta nel silenzio e in una particolare spirituale solitudine. Sembra strano, ma quel piccolo strumento (cellulare, pc, tablet) è diventato il tramite del nostro sentirci vicini. Da una parte dello schermo c’era il sottoscritto che tra commozione, confusione e desiderio di arrivare a voi, ha celebrato portando i cuori di tutti voi che vedevo idealmente dalla telecamera. Dall’altra parte c’eravate voi: nelle vostre case, insieme o da soli, con i bambini, adulti e coppie, in cucina, in soggiorno… sparsi ovunque avete formato una grande rete spirituale che ha alimentato la nostra preghiera, il nostro sentirci vicini anche se lontani. Sono stati dei giorni spiritualmente difficili dove soprattutto il dono dell’Eucaristia è mancato a tanti; il vedersi, l’abbracci-arsi, stringersi la mano e scambiare due parole insieme.  Ma davvero non ci siamo arresi! Posso attestare e scrivere, così che rimanga stampato nella storia di questa parrocchia, che questa comunità è davvero unita e forte. Ho percepito una vicinanza straordinaria che si è concretizzata in preghiera, carità, vicinanza umana. Una comunità che ha cercato Cristo, nonostante tutto e che ha cercato di fare CHIESA IN CASA. Ci è mancata sicuramente la casa che è la nostra parrocchia, ma abbiamo compreso come è possibile accogliere Cristo anche nei nostri luoghi comuni e che abitiamo quotidianamente. Nello schermo che registrava e mandava in dirette le tante celebrazioni, compariva una banda rossa con un numeretto: si trattava del numero di persone collegate in quel momento e che attendevano di stare insieme per la messa! Non era un numero qualsiasi, ma era il segno di chi c’era, di chi ha condiviso e di chi ha continuato a cercare la propria fede. Nonostante il momento drammatico che abbiamo vissuto, siamo stati capaci di vivere nella speranza e abbiamo creduto ancora una volta che Cristo è veramente risorto e vive sempre con noi: questo è stato l’annuncio della Pasqua. Un annuncio dato con voce commossa, ma pieno di gioia in Lui che rende nuove tutte le cose. Alla luce di questi mesi non posso che ringraziare davvero con forza l’intera comunità per come ha reagito; tutti coloro che si sono adoperati nella liturgia e nella logistica per le tante dirette video; chi si è prodigato per donare carità e chi mi ha aiutato a gestire la grande emergenza di poveri; chi mi ha sostenuto in tanti modi; chi ha pregato nelle tantissime forme che lo spirito suggerisce. E infine un grazie al Signore perché in questo periodo mi ha aiutato a riscoprire tanto della vita e mi ha mostrato il volto ancora più bello di questa comunità. Ci siamo affidati alla Vergine in questi mesi e in modo particolare il 13 maggio recitando il Rosario tutti spiritualmente insieme dal piazzale; che Maria possa insegnarci l’essere casa-comunità accogliente, piena di fede e d’amore, lei che per prima ha fatto del suo grembo la prima abitazione di Cristo. Non dimentichiamo ciò che abbiamo vissuto: impariamo sempre a leggere negli eventi della storia il bello che il Signore continua a seminare. A coloro che negli anni futuri leggeranno queste righe arrivi questo messaggio: Cristo non si ferma! Arriva al nostro cuore, nelle nostre case, e ci chiede, in qualsiasi situazione, anche quella più difficile, di essere pronti ad accoglierlo per lasciar spazio alla sua grande Provvidenza!

 

Donda.