La parola del parroco

Dicembre 2014
 

Carissimi parrocchiani,

 inizia il mese più dolce dell’anno, per due motivi: uno commerciale e uno spirituale. Il perché è facile da intuire. A noi però interessa maggiormente quello spirituale, sul quale intendo soffermarmi. Natale è sicuramente la festa più dolce di tutto l’anno liturgico, perché contempliamo in esso la tenerezza di Dio che si fa bambino, fragile, piccolo, tenero, che attira il nostro affetto, i nostri baci, come ogni bambino che vediamo in una culla o in un passeggino. È proprio nel periodo di Natale, infatti, che siamo portati ad essere più attenti nei confronti dei piccoli. Il Signore ci educa a questa attenzione, affinché l’acquisiamo come stile di vita: Egli si è incarnato per attirare il nostro sguardo perché lo notassimo, e si è fatto bambino perché imparassimo a guardare i piccoli, si è fatto povero perché notassimo i poveri, si è fatto sofferente perché ci lasciassimo attirare dai sofferenti. Non solo, ma anche perché ci facessimo sofferenti con i sofferenti, poveri con i poveri, piccoli con i piccoli; d’altronde, non è forse vero che quando ci accostiamo a un bambino, tendiamo ad abbassarci, quasi a metterci al suo livello, usando anche un linguaggio più semplice, affinché ci sia un vero dialogo tra parti che si capiscono a vicenda? Ecco, nel Natale Dio ha fatto così anche con noi, si è abbassato al nostro livello, adeguando il suo parlare al nostro. Quanta tenerezza di Dio contempliamo in questa verità...! Vivere il Natale consiste nell’imitare Dio nel suo stile, così da assumerlo per incarnarlo nella nostra vita.

Buon Natale!

 

 Don Albino