La parola del parroco

Maggio 2019

Carissima comunità,

Cristo è vivo!

Cristo è davvero risorto!

È questo il grande annuncio che ha attraversato le tenebre del nostro peccato, delle nostre cadute, e ci ha aperto alla speranza di una vita nuova. È questo l’annuncio che in tutta la Chiesa è risuonato nel giorno di Pasqua, culmine di tutto il cammino quaresimale. È questo il nuovo annuncio che ci invita a lasciarci rinnovare da Cristo, dalla sua parola e dal suo Spirito. Ma per giungere a questo annuncio abbiamo camminato insieme lasciandoci guidare dalla liturgia, dalla Parola di Dio e da tutti i momenti che hanno caratterizzato la Settimana Santa. Mi piace l’idea di poterli raccontare a voi e con voi per far si che diventino momenti importanti nel percorso comunitario. Momenti che toccano davvero il nostro cuore. La Via Crucis. In tutti i venerdì di Quaresima abbiamo celebrato questo momento di preghiera aiutati da tanti e diversi testi. Sicuramente le ultime due sono state le più toccanti: quella prima delle Palme e quella del Venerdì Santo. Nella prima ci siamo lasciati guidare dalle parole di un Gesù che ci ha raccontato la passione e ci siamo messi a contemplare il suo volto sulla croce in un clima di profonda preghiera nella nostra chiesa; e nel frattempo in tanti hanno sperimentato il dono della misericordia sotto quel sacrificio d’amore nella croce. Passione e misericordia che ci hanno aiutato a prepararci alla grande settimana. E poi l’altra via Crucis, quella nel nostro giardino. Un giardino che ci ha riportato a quel Getzemani in cui Cristo ha consumato le sue ultime ore. All’inizio ci è sembrata strana l’idea di poter vivere una via Crucis tra quegli alberi, ma alla fine è stato un momento davvero intenso con una grande partecipazione di fedeli. Le piccole candele che camminavano nel silenzio disarmante di quella notte di passione hanno toccato il nostro cuore e ci hanno fatto pregare davvero per tutti. La Domenica delle Palme. È sempre un grande momento di festa ritrovarsi con tutta la comunità per un semplice gesto di benedizione. Sembra quasi che ciascuno senta il desiderio di portare nelle proprie case un qualcosa che gli ricordi Cristo e la sua Pasqua. In tanti ci siamo ritrovati per la benedizione nella cornice bellissima del Fortino e di tutto il golfo del mare. Poi la processione che ci ha portato in una chiesa colma di fedeli. Le palme, gli ulivi, le acclamazioni…il sentirci una comunità capace di mettersi alla sequela di Cristo, ma sentire anche la debolezza di essere a volte “folla che accusa” e non “folla che acclama” secondo l’esperienza umana che lo stesso vangelo ci mette davanti. Eppure l’emozione di quella giornata, densa di sentimenti, ci ha permesso di iniziare quel cammino di passione e di aprire la grande settimana. Il Giovedì Santo. È l’inizio del Triduo Pasquale: un inizio all’inse-gna della carità. Una carità di Cristo che ci viene trasmessa grazie al dono del sacerdozio che Cristo ha voluto perché la sua opera venisse portata avanti. Una carità espressa dal gesto evangelico della Lavanda dei piedi: 12 papà. 12 uomini emozionati capaci di far emozionare tutta l’assemblea. 12 storie diverse: chi lotta, chi si impegna per dare il massimo per la propria famiglia, chi ringrazia il Signore, chi gioisce con i suoi figli, chi si affida al Signore e chiede una grazia. 12 famiglie che ci hanno ricordato cosa vuol dire essere comunità e essere famiglia con le famiglie. Lavarsi i piedi a vicenda nel servizio, nell’umiltà, seguendo l’esempio che Cristo stesso ci ha dato. È stato un momento di grande tenerezza e amore che diventerà un’icona del nostro percorso pastorale. E infine la carità nell’Eucaristia. Il dono più grande che Cristo ci ha fatto: il suo stesso corpo. Lo abbiamo celebrato e poi è iniziata la grande preghiera di adorazione, comunitaria e silenziosa, per tutta la notte e il giorno dopo. In tanti ci siamo fermati davanti al Re dei Re per lasciarci invadere dal suo amore. La carità nel sacrificio, la carità nell’amore, la carità nella preghiera. Il Venerdì Santo. Giorno caratterizzato da sentimenti che ci hanno aiutato a riflettere sul grande mistero della morte. Ma non una semplice morte. Una morte da cui traspare un abbraccio infinito di umanità e di amore. Una giornata caratterizzata da tantissime confessioni e dalla liturgia della passione. Quella passione cantata secondo delle interpretazioni musicali e canore che ci hanno permesso di sentirci parte di quell’evento. Sentirci protagonisti di quella donazione totale per la nostra salvezza. Una passione che poi abbiamo espresso attraverso la lunga adorazione del Crocifisso. Circa 40 minuti in cui ciascuno si è potuto avvicinare per un segno di adorazione…provare a toccare quell’amore donato. Abbiamo scelto di utilizzare quel crocifisso che quotidianamente, chi entra nella nostra chiesa, può contemplare. E nel giorno in cui si celebra proprio quel mistero come non sentirlo ancora più vicino ai nostri e al nostro cuore…ce lo hanno portato i papà; ce lo hanno consegnato; le famiglie hanno bisogno di Cristo! Hanno bisogno di un grande maestro d’amore. E così è iniziata la grande attesa. Il Sabato Santo e la Pasqua. Una giornata, quella del Sabato, caratterizzata da tanti preparativi la mattina, e da tante confessioni la sera. Fino alla veglia pasquale. In tanti abbiamo atteso nella notte quell’annuncio di risurrezione e vita. “Lo splendore del Re ha vinto le tenebre del mondo”. E la lunga proclamazione della Parola di Dio ci ha permesso di contemplare le grandi opere di Dio nella storia…fino alla grande luce; Gloria, Alleluia, la tomba è vuota. Da quel momento un fiume di gioia in Cristo ha invaso i nostri cuori. Lo Sposo è risorto per la sua Sposa e quel cammino di attesa ci ha portato a questo grande incontro di gioia e vita. E poi il giorno di Pasqua: una partecipazione alle messe che non mi aspettavo. In tanti abbiamo voluto “fare Pasqua”. Ma soprattutto la messa dei bambini e delle famiglie: non ci stiamo, ma ci stringiamo…e così è stato! Una gioia infinita…tutti quei bambini accompagnati da tantissime famiglie giovani…questo è il più grande dono della Pasqua! Abbiamo scoperto che la Vita con Cristo è una Vita meravigliosa, e anche se non si vede la Vita c’è. Facciamo in modo che si riempia di Lui. In questo lungo racconto non possono mancare gli ammalati e anziani del nostro quartiere che ho cercato di visitare prima di Pasqua e che pregano tanto per noi. I sacerdoti che ci hanno dato una mano per le confessioni. Le squadre che si sono rese disponibili per le pulizie e la sistemazione della chiesa. Chi ha collaborato cercando di aiutare i più poveri con dei gesti di carità. Chi ha portato un fiore, o un sorriso, o una preghiera. Chi ci ha aiutato a pregare con il canto in tutte le celebrazioni. Il gruppo di parrocchiani che ha condiviso un bel momento di familiarità nella gita di pasquetta a Tonara. Le tante famiglie che in questo periodo mi hanno accolto per la benedizione del Signore. A tutti va il mio più sentito grazie. Celebrare la Pasqua, per un parroco, è il momento culminante di tutto il suo cammino con la Sposa che è la comunità. Grazie a chi lo ha voluto condividere. Grazie a tutti voi che vi siete lasciati illuminare dal volto del Risorto. È bello raccontarsi questi momenti perché è bello raccontarsi Gesù. Questa è la nostra missione. Quella missione che ci porterà alla grande Pentecoste.

Io voglio vivere da cristiano risorto e voi?

Buona Pasqua.

Donda