La parola del parroco

Marzo 2021

Carissima comunità,

questo numero del giornalino esce in pieno tempo di Quaresima. Il mio pensiero va subito ad un anno fa: avevamo appena celebrato il mercoledì delle ceneri, la prima Via Crucis, e la prima domenica. Poi qualcosa è cambiato e ha stravolto il nostro modo di vivere. Abbiamo iniziato a sentirci vicini a distanza inventandoci tanti modi per riuscire a mantenere stretti quei rapporti umani e spirituali che raccontano del nostro essere comunità. Ricordo quei mesi e i sentimenti che li hanno caratterizzati: sgomento, fantasia nelle iniziative, un tam tam di carità e di chiamate, la paura, l’ango-scia, l’affidamento, la preghiera in solitudine. E come dimenticare la chiesa vuota per mesi. A distanza di un anno mi piace ricordare quel tempo perché, in qualche modo, mi aiuta a valorizzare il presente. Ciò che avevamo, ed era quasi scontato, ad un certo più non c’era più ed oggi, però, ritorna, lentamente. Il giorno delle ceneri ho provato una grande emozione nel porre sui vostri capi questo segno cosi semplice e significativo: vedere tanti capi che raccontavano di storie diverse. E mi sono commosso quando due bambine le hanno poste su di me con una semplicità disarmante. Credo che oggi più che mai possiamo dire Grazie per il dono dell’essere Chiesa, dell’essere insieme. Ma non per il dono solo della nostra comunità o perché siamo bravi! Noi siamo parte di un noi ancora più grande che è la Chiesa e che il Signore si è inventato per manifestare ancora di più il suo amore. Anche il camminare insieme verso la Pasqua ci fa sentire sicuri, accompagnati, guidati e amati. Ammiro quei fedeli che partecipano alla vita della Chiesa e colmano con il dono della comunità una propria solitudine: essere per gli altri, padri, madri, mariti, mogli, figli e figlie, nipoti! La Chiesa incarnata nella comunità parrocchiale diventa esperienza di “compagnia” perché si fa tramite di Cristo che è il nostro “compagno”. Vivere tutto questo significherà comprendere ancora di più cosa vuol dire prendere ciascuno le proprie croci e farsi carico un po’ anche delle croci degli altri nelle tante via crucis delle nostre case e chiese; significherà vivere la propria Quaresima vedendo nell’altro il volto di un compagno o campagna di viaggio che mi richiama al Compagno di vita; significherà abbattere muri di pregiudizio e critica, nel parlare e nel pensare, e che conducono a rovinare il dono che Dio ci ha affidato nella fraternità; significherà fare un passo verso il dono grande e immenso della Misericordia di Dio che si manifesta in un grande abbraccio; significherà arrivare a comprendere che nella notte pasquale non si accende solo la mia candelina, ma quella di chi mi sta accanto, davanti e difronte perché tutti la accendiamo in Cristo che è la nostra pace e la nostra vita. Sì, la Quaresima è un cammino della Chiesa e allora non dobbiamo far altro che lasciarci guidare: Parola quotidiana, celebrazione domenicale, confessione, carità, preghiera, Via Crucis. Tutto aprirà il nostro cuore. Certo, sono orgoglioso di questa comunità così viva e desiderosa di Cristo! Ringrazio ogni giorno il Signore per questo grande dono. E ciascuno se ne deve sentir parte. Mi piace ricordare con tanto affetto due piccole e strane soddisfazioni che abbiamo vissuto anche nelle ultime settimane. Un figlio di nostri parrocchiani ha portato a termine un grande e innovativo progetto medico all’estero dal grande valore umano e ci ha dato testimonianza di come la sapienza che Dio ci dona, se messa a servizio dei più bisognosi, porta sempre buoni frutti. E sempre un figlio di altri nostri parrocchiani, invece, in tutt’altro ambito, ha dato dimostrazione di spettacolo in tv con la sua bravura artistica permettendo alle giovani generazioni di sapere sognare nella bellezza e nella cura di quel corpo che il Signore ci ha affidato. Due storie agli antipodi, ma che raccontano di sogni, lavoro, impegno e amore in ciò che si fa. Ci saranno tanti altri figli o genitori che si contraddistinguono ogni giorno nel loro lavoro e nella vita. Saperli riconoscere, imitare e ringraziare fa parte dell’essere una sola famiglia. E abbiamo bisogno, oggi più che mai, di modelli saggi soprattutto per i piccoli e i giovani. Sapienza, bellezza, arte, comunione, condivisione…tutto ci fa toccare il Bello! Ci fa toccare Dio! A Pasqua lo “toccheremo”! Intanto prepariamoci!

Buona Quaresima!

Donda