La gita di pasquetta

Maggio 2018

Caldo, freddo, sole, pioggia e vento….i cambiamenti repentini a cui il tempo ci ha abituati sono all’ordine del giorno e allora sperare in una Pasquetta con il sole e una piacevole temperatura forse è chiedere un po’ troppo! Però...mai disperare. Alle 8.30 siamo pronti, scrutiamo il cielo...meglio non parlare troppo presto ma sembra che la fortuna sia dalla nostra parte! Si preannuncia una bella giornata. Sì...siamo pronti, aspettiamo ma il tempo passa e manca l’elemento fondamentale della nostra gita, infatti la nostra “corrierina” non si vede. Questa non ci voleva! Preoccupato don Albino telefona per chiedere informazioni e scopriamo il qui pro quo, l’autista ci stava aspettando in fondo alla discesa di fronte all’edicola. In un attimo ci raggiunge nel piazzale e finalmente, con un sospiro di sollievo, occupiamo i nostri posti e si parte, pronti ad affrontare con i migliori auspici la nostra gita. Meta che, come ogni anno, si prefigge di farci scoprire i piccoli paesini del nostro territorio, piccoli ma ricchi di storia, di tradizioni e di bellezze naturali ancora vergini. Quest’anno è la volta di Villanova Tulo, un antico piccolo centro di circa un migliaio di abitanti, situato sulla sponda destra del Flumendosa nella regione storica del Sarcidano, parte centro meridionale della Sardegna. Si affaccia su uno splendido territorio verde e ricco d’acqua, adagiato ai piedi del colle San Sebastiano in cima al quale svetta una chiesetta campestre. Un tempo i borghi erano due, Villanova e Tulo, il villaggio più antico il cui nome, secondo alcuni studiosi, deriverebbe da Tullio, funzionario romano fondatore del villaggio, ipotesi supportata da una prova materiale ancora visibile: un arco di epoca romana. Arrivati in paese, due villanovatulesi doc, ma anche nostri parrocchiani, ci accolgono per farci da ciceroni e guidarci nella nostra escursione al complesso nuragico Adoni, che raggiungiamo dopo un breve percorso un po’ avventuroso. Al nostro arrivo, Valentina, che sarà la nostra valida guida, fa gli onori di casa e così comincia il nostro suggestivo e fantastico percorso. Il sito Adoni sorge in posizione strategica su un rilievo collinare alto circa 800 metri, risalente all’età del bronzo. I primi scavi furono fatti alla metà dell’Ottocento e vennero poi ripresi più volte negli anni novanta. L’intero complesso è formato da una torre centrale e da un bastione quadrilobato circondato da un villaggio. Dalla torre centrale, liberata in parte da crolli durante i lavori di scavo, è visibile un tratto del parametro murario esterno corrispondente alle strutture residue della camera del primo piano. La tecnica edilizia adottata dall’edificazione dei muri del bastione, rispetto a quella utilizzata dalla torre, porta a ritenere che il primo sia stato realizzato in momenti successivi. Nelle murature si possono notare varie nicchie, utilizzate forse come ripostigli. Negli scavi sono stati rinvenuti oggetti in bronzo tra cui asce, puntali di lance, molte monete e ceramiche. Un ripostiglio di vasi venuto alla luce nella scala di una torre documenta il riuso del complesso nuragico di età tardo antica (VI secolo d.C.). Valentina ci ha fatto provare l’ebbrezza di entrare nella torre principale e di salire sul “tetto” per avere una visione completa di come si estende il villaggio formato da capanne circolari indipendenti e di dimensioni ridotte. Da lassù si domina un vasto territorio che va dal massiccio del Gennargentu, con le cime innevate, alla formazione dei monti Sette Fratelli. A fare da cornice alberi secolari si stagliano maestosi ed immensi, le loro radici sono addirittura inglobate nella pietra. Chissà se potessero parlare quante cose straordinarie ci racconterebbero! Salutiamo e ringraziamo Valentina per le sue interessanti ed esaurienti informazioni e finalmente è arrivata l’ora della pappa! Sempre i nostri angeli custodi villanovatulesi ci conducono presso il locale dell’oratorio della chiesa del paese gentilmente messo a nostra disposizione per consumare il pranzo. Questa volta, oltre tutte le pietanze portate da noi, c’è una piacevole sorpresa, Lisa (uno dei due angeli) ci ha preparato due mega teglie di deliziosa pasta al forno con carciofi e due buonissime crostate e Dionigi (l’altro angelo) ha arrostito agnello e maialetto. Non c’è bisogno neanche di dirlo...ma alla fine eravamo super sazi e un po’ appesantiti. Prima di tornare alla corriera una visita alla graziosa chiesa parrocchiale dedicata a San Giuliano, patrono del paese, rifatta nel 1663 in forme gotiche aragonesi. Ci incamminiamo per rientrare ma qualcuno del gruppo, nativo del luogo, preso da un forte attacco di nostalgia decide di andare a vedere la casa natia e allora ne approfittiamo per ammirare i fantastici murales realizzati da Pinuccio Sciola, ispirati all’opera dello scrittore Benvenuto Lobina, il cittadino più famoso che rese celebre il suo paese natale offrendone un vivido quadro nel romanzo, scritto in nuorese, “Po canto biddanoa”. A lui è dedicata anche una statua bronzea di P. Gomez. La nostra gita volge al termine, risaliamo sulla “corrierina” e imbocchiamo la strada del rientro. Tutti stanchi ma soddisfatti per la bella giornata trascorsa. Un grazie davvero speciale ai nostri angeli per averci custodito con amore...a chi ha organizzato...a chi ha partecipato, insomma un grazie grande a tutti e arrivederci alla prossima Pasquetta.

 

Rita Revello