Campo scuola dei cresimandi: scommessa vinta!

Settembre 2016

Fare i catechisti è un impegno che riguarda non solo la disponibilità e il tempo da dedicare a questa servizio, ma è entrare in contatto con bambini e ragazzi che hanno bisogno non solo di conoscere i fondamenti della nostra religione, ma di esempi concreti di vita, di accoglienza, e soprattutto d’amo-re. Abbiamo accolto i nostri ragazzi ancora bambini che non sapevano leggere e scrivere, abbiamo  cercato di annullare le loro insicurezze, abbiamo ascoltato le loro confidenze, ed ora li lasciamo andare verso il loro futuro con apprensione, ma anche con la soddisfazione di averli avuti sempre numerosi fino al traguardo della Cresima. Che traguardo non è, lo sappiamo e lo ripetiamo continuamente, ma è un punto di partenza perché rimangano tra di noi in altre forme. Per questo motivo abbiamo visto il camposcuola come l’ultima tappa di un cammino che ci ha sempre visto uniti. L’obiettivo del camposcuola era quello di cementare le amicizie esistenti e coinvolgerli tutti per farne nascere delle altre, cosa che in un’ora settimanale, se pur per sette anni, non poteva realizzarsi, e renderli consapevoli dei numerosi talenti di cui tutti sono portatori. Altre precedenti esperienze ci hanno confortato nel proseguire in questo cammino. Per noi, pensiero questo condiviso da altre catechiste durante le riunioni mensili, “Catechismo” non è solo imparare a memoria preghierine e formule, , ma accoglienza, comprensione, rispetto, amicizia vera, amore. In poche parole tutto ciò che il Vangelo ci insegna. Il segno che vorremmo lasciare è che i ragazzi proseguano su questa strada.Camposcuola iniziato in sordina con sgomento da parte nostra nel sentire moltissimi rifiuti al pernottamento sia da parte dei ragazzi che da parte dei genitori. Motivazioni più disparate, ma grande gioia nel vedere i ragazzi giorno dopo giorno arrivare la mattina successiva con trolley, sacchi a pelo e materassini pronti e desiderosi di passare insieme anche la notte, sapendo di rinunciare ai confort della propria casa. Che dire ? Abbiamo raggiunto la quasi totalità. Abbiamo visto i ragazzi aprirsi, abbiamo visto sciogliersi tanti ostacoli e problemi personali con la solidarietà, l’affetto e il sostegno dei loro stessi compagni. L’organizzazione complessiva, che abbiamo cercato di curare nei minimi dettagli, ci ha impegnato con fatica, ma anche con tanto entusiasmo. I ragazzi hanno gradito, interagito e partecipato alla catechesi tenuta da don Albino, e ai giochi organizzati dagli animatori (Alessandra e Valeria) ed aiuto animatori (Giulia, Ramona, Matteo, Marco, Ilaria). Anche i pasti, con la collaborazione dei ragazzi per il servizio in tavola, sono stati momenti di serenità, di contentezza e di …. chiasso, quanto i momenti dopopasto sono stati di confidenze, di sussurri, di chiacchiericci, ma anche di gioco scatenato e di sana allegria. Anche la notte è stata caratterizzata da poca voglia di dormire e tanta voglia di giocare. Quindi obiettivo raggiunto perché anche i genitori, contattandoci in vari modi, si sono accorti di quanto quest’espe-rienza abbia segnato i loro ragazzi. Abbiamo davanti  dei ragazzi che sanno stare insieme, nel rispetto dell’altro, qui o altrove. Un grazie particolare a Luciana e suor Luciana per il prezioso aiuto, a tutte le mamme che ci hanno supportato con squisite torte e succulenti sformati, a Mariangela V. per i piatti sempre gustosissimi, al supercuoco Gioacchino per averci fatto gustare dell’ottima carne al barbecue, infine un particolare ringraziamento al supermercato MD Maiorca per la gradita collaborazione.

Simonetta, Daniela, Carla.